Sempre più spesso, le grandi aziende affidano i loro presidenti o top manager alla figura dei cosiddetti security driver, autisti esperti e preparati in grado di eseguire velocemente tecniche di disimpegno e di elusione, intercambiando con facilità lo stile di guida che meglio si adatta alle situazioni che si gli si possono presentare.

L'autista di sicurezza, è in grado di guidare con la massima naturalezza autovetture con diversi gradi di blindatura, come se guidasse il monovolume di famiglia, provocando il minor trasferimento di carico possibile alle persone trasportate pur mantenendo velocità di marcia elevate, non per un senso di spericolatezza, ma per i differenti parametri di valutazione ed analisi (è in grado di arrestare l'auto prima davanti ad un ostacolo inevitabile, di sterzare il minimo indispensabile in curva senza urtare il guard rail, ecc..).

Un security driver non è un autista ne una guardia del corpo, non guida come gli autisti, ma utilizza traiettorie particolari e posiziona l'auto sempre in modi "particolari" in mezzo al traffico, non è una guardia del corpo perchè non scende mai dal veicolo prima del V.I.P., non controlla mai il suo settore di osservazione, li controlla tutti (ha gli specchietti retrovisori, e se è bravo riesce a controllare anche la zona d'ombra posteriore del veicolo).

Il suo primo pensiero è la salvaguardia degli occupanti l'abitacolo, non solo dagli eventi delittuosi cui il passeggero posteriore potenzialmente è destinatario, ma anche da eventi lesivi l'incolumità personale derivanti da impatti accidentali con altri utenti della strada. Solo l'applicazione di tecniche "pre-attack", ormai configurate allo stile di guida del driver, fanno si che i citati eventi abbiano la minor incideza possibile nel suo lavoro quotidiano.

Ma nello specifico quali sono le competenze che sono richieste dalle aziende per assicurare la protezione dei loro vertici?

La prima, è una profonda conoscenza del veicolo e delle sue reazioni alle nostre azioni anche di tipo complesso o violento;

La frequentazione di corsi dove è possibile sentire le reazioni dell'auto, portata al limite, ad una azione violenta sui comandi della stessa;

L'esecuzione di un serio programma di guida difensiva e di elusione, rilevamento della sorveglianza ed il cosiddetto pre-attack, portato a termine con profitto;

La frequentazione di un corso dove è messa in discussione l'attitudine alla velocità;

Partecipazione ai corsi aziendali sulla sicurezza;

Conoscenza del “rischio residuo” del proprio passeggero posteriore, anche tramite lo studio e l'analisi oggettiva della situazione aziendale generale.

Conoscenza di arti marziali, sport da combattimento o aver frequentato corsi specifici di difesa V.I.P., conoscenza e utilizzo di armi non letali.

Jenson Button appena ha lasciato la pista dopo le qualifiche per il gran premio del Brasile, ha subìto un attacco armato da più persone, in un tentativo di rapimento, ma il suo security driver è riuscito a portare sani e salvi tutti in albergo.

Janson Button, campione di formula uno, dopo aver visto mettere in atto complesse tecniche di disimpegno con professionalità e determinazione, ha definito il suo security driver una vera Leggenda”, perché un autista di sicurezza addestrato ha riflessi più pronti, aspettandosi costantemente un attacco e la sua mente elabora continuamente  vie di fuga e strategie difensive.

Non è difficile che le persone che siedono in auto con un autista cosi formato, dicano spesso “attento”, "l' hai visto quello”.....ecc., la risposta sarà sempre si, non solo il driver l' ha visto, ma ha già pensato a come schivarlo senza far sobbalzare troppo l'auto, per non scuotere troppo il V.I.P. che siede dietro e senza perdere la costante traiettoria per un eventuale fuga.